UN IMPEGNO CONCRETO PER OPERA

  1. Sicurezza per noi ed i nostri figli. Maggiore controllo da parte della Polizia Locale, di concerto con le altre forze dell’ordine, ed interazione con i comandi dei comuni limitrofi. La Polizia Locale deve diventare una vera e propria risorsa per il territorio in termini di educazione al rispetto delle regole, prevenzione e repressione dei reati.
  2. Opera è città buia per eccellenza. Mancano i lampioni e laddove ci sono non funzionano. Unico angolo del paese illuminato e lo spiazzo dei lampioni di fronte alla banca Popolare di Milano dove possiamo trovare nove lampioni a distanza di quattro metri uno dall’altro disposti su tre file.
  3. Come per i lampioni, proprio quella stessa area di Opera che una volta era adibita a fontana paludosa, presenta anche un’altissima densità di cestini, neri, enormi, disposti come i lampioni in prossimità di panchine senza schienale. Un esempio di spreco energetico, e cattivo gusto, per illuminare cento metri quadrati inutili; uno spreco di denaro per la quantità di lampioni e cestini e tutto questo in spregio delle più elementari regole della buona amministrazione. I cestini vanno posti laddove la gente passa, o sosta a lungo, ed analoga considerazione vale per i lampioni che devono illuminare tutte le strade, non solo un angolo di paese.
  4. Nessun campo nomadi a Opera ed impegno concreto affinché anche nei comuni limitrofi non ve ne siano. Come prevede la Legge Regionale 12, sul governo del territorio, e nello specifico un emendamento alla stessa dell’Assessore al Territorio e Ambiente Davide Boni entrerà in vigore a breve una norma che prevede per la Lombardia che non vi saranno più campi rom se l’insediamento, oltre che approvato dal Comune sul cui territorio sorge, non è accettato dai Comuni che confinano con quello che lo ospita. Opera non accetterà di averne sul suo territorio e mostrerà sempre la sua contrarietà ad eventuali insediamenti nei comuni confinanti.
  5. Lotta alle zanzare mediante sistemi naturali già testati in altre amministrazioni. Ad esempio con l’impiego di piccoli pipistrelli che escono solo di notte dalle loro casette e si nutrono di zanzare. Migliaia di larve ogni notte rappresentano il nutrimento per ciascuno di questi animaletti notturni innocui per l’uomo. Ci attiveremo per il recupero delle rondini, che non sostano quasi più nel nostro territorio, anch’esse ghiotte di zanzare;
  6. Impegno per il definitivo allargamento della Via Ripamonti e per lo studio di fattibilità di una variante esterna e parallela alla congestionata arteria che collega Opera a Milano potenziando anche i collegamenti con Gratosoglio e Rogoredo;
  7. Collegamenti pubblici con i comuni limitrofi come San Donato Milanese, San Giuliano, Locate di Triulzi, Fizzonasco e Rozzano. Viaggi frequenti soprattutto verso gli ospedali Humanitas di Rozzano e la Clinica di San Donato Milanese ed, in concomitanza con gli orari dei treni, anche per raggiungere la stazione di Locate di Triulzi.
  8. Razionalizzazione delle piste ciclabili e realizzazione di nuovi tracciati che colleghino Opera con Pieve Emanuele, Fizzonasco, Rozzano, Poasco e Sesto Ulteriano.
  9. Regolamentazione del traffico cittadino anche in considerazione della necessità di incrementare mezzi di trasporto alternativi come le biciclette, i ciclomotori ed i mezzi pubblici. Creazione di un isola pedonale in centro paese e realizzazione di una vera piazza degli operesi che funga da punto di aggregazione per la comunità operese.
  10. No ai padiglioni dei superboss mafiosi concentrati nel carcere di Opera. Una simile operazione da parte dello stato ricorda la pratica dissennata, in voga fino a pochi anni fa, del soggiorno coatto o confino. I boss mafiosi venivano trapiantati al Nord dove, nel giro di poco tempo, vi trasferivano anche gli interessi ed i familiari. Temiamo che possa ripetersi la stessa storia in un quartiere dove l’Enpam dismette appartamenti e molti inquilini non possono permettersi di acquistare con la conseguenza che a molti di loro si sostituiranno uomini dell’entourage dei boss carcerati in regime di 41 bis.
  11. Assistenza agli anziani soli ed alle persone svantaggiate in genere. Trasporti dal domicilio, anche solo per fare la spesa, per tutte le persone non autonome bisognose di aiuto. Studio di fattibilità per l’edificazione di una residenza per anziani, anche non autosufficienti anziché il condominio per attempati autosufficienti, privi di assistenza medica, in Via Cavedini. La scelta dell’attuale Amministrazione non la condividiamo in quanto non soddisfa le esigenze del nostro paese, è costosa e non integrata da un più grande ed attrezzato complesso per anziani. A fronte di ventotto appartamenti dovrebbero esserci almeno un paio di infermiere sempre presenti, un medico e l’occorente per la gestione dello stabile. La Giunta ha dimostrato incapacità nella gestione della RSA gli Oleandri di Rozzano, dove l’ASL riserva alcuni posti ai cittadini operesi, e pertanto siamo certi che neppure saprà gestire il condominio per anziani di Via Cavedini. La struttura di Rozzano ha molte pecche che un Comitato di parenti, mai riconosciuto dalla struttura né dai comuni, continua a denunciare senza alcun riscontro da parte dell’ASL e degli enti che la gestiscono.
  12. Aiuti alla famiglia operese sotto forma di agevolazioni ai nuclei numerosi, ripristino degli sconti sulla mensa ed i servizi comunali a chi ne usufruisce per più figli, incremento della capacita ricettiva degli asili nido e scuole materne. Opera ha le strutture ma non le sfrutta per scelta dell’Amministrazione.
  13. Case popolari agli operesi privi di reddito ed eliminazione dell’articolo del regolamento comunale che prevede, nell’assegnazione degli alloggi del Comune, che gli aventi parenti a Opera non possano neppure fare domanda per l’assegnazione della casa.
  14. Maggiore pulizia ed ordine nei giardini. I parchi gioco dei bambini sono lo specchio della nostra società. Attrezzature devastate e mai riparate danno ai piccoli un idea di Amministrazione assente sulle questioni importanti e debole nella difesa della proprietà pubblica. Non riparare i giochi per anni ed aspettare la campagna elettorale per mettere le toppe rende anche ai più piccini l’idea di quanto sia evidente la malafede dei politici che amministrano Opera da quasi settantanni.
  15. Il nostro paese si è dimostrato comunità viva che reagisce e pretende rispetto dalle istituzioni. Amministreremo questo immenso patrimonio di risorse umane nell’interesse unico dei cittadini di Opera. Il ruolo degli operesi davanti all’opinione pubblica deve differenziarsi da quello degli italiani cui il mondo intero ha cucito addosso lo scudetto tricolore, senza alcun distinguo, dopo i fatti della spazzatura campana.

  16. In tema di rifiuti siamo un Comune virtuoso nel differenziare la spazzatura, ma dobbiamo ancora fare molto, e l’indirizzo dell’Amministrazione sarà proprio nella direzione di un incremento della differenziata tale da rendere Opera esempio da seguire nella risoluzione del problema stoccaggio ed eliminazione dei rifiuti. Per quanto possibile attueremo una politica di riduzione dei rifiuti alla produzione delle merci con una pressione sulle aziende locali, affinché riducano drasticamente gli imballaggi, e sulle attività commerciali per sensibilizzarne la coscienza ecologista ed aumentarne la differenziazione del gran volume di rifiuti prodotti. L’educazione al riciclo, ed al non sprecare, partirà dalla tenera età mediante la collaborazione con le Guardie Ecologiche Volontarie che potranno tenere lezioni specifiche nelle scuole materne, elementari e medie.
  17. L’inceneritore a Opera non si farà. Questo è un impegno concreto che il candidato Sindaco si prende con i cittadini di Opera in tema di smaltimento rifiuti. La provincia di Milano non necessita di ulteriori impianti, in Lombardia ce ne sono ben tredici ed i rifiuti campani non devono essere presi ad esempio negativo da chi, pretestuosamente, parla di responsabilizzazione e di non voler fare la fine della Campania. Con tutti gli impianti che ci sono in Lombardia non si corre alcun rischio ed anzi, per fare funzionare al meglio gli impianti esistenti, importiamo rifiuti da altre regioni per produrre a pieno regime. La ricetta per non aumentare il numero di inceneritori è dunque legata alla raccolta differenziata ed alla riduzione del rifiuto alla fonte.